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Parapetti

I parapetti di vetro in considerazione, si riferiscono a quelli costituiti interamente in vetro, cioè senza alcun elemento metallico di tipo strutturale che concorre alla resistenza del vetro, a meno del sistema di fissaggio del parapetto stesso.

Le caratteristiche tecniche generali che il parapetto deve avere, sono:

Geometria: i parapetti di vetro possono essere lunghi senza limiti, se non quelli tecnici di realizzazione ed architettonici;

Altezza: per motivi di sicurezza, l’altezza minima dei parapetti in genere è fissata in 1 metro dal piano di calpestio, ma le disposizioni possono variare da comune a comune;

Sporgenze: i parapetti di vetro non devono presentare nella parte interna sporgenze situate ad una altezza dal pavimento tale da favorire lo scavalcamento;

Giunti: tra le lastre, il giunto o la distanza tra le lastre, deve essere di dimensioni tali da impedire il passaggio di oggetti , precisamente non deve lasciar passare una sfera di 10 cm di diametro;

Resistenza: i parapetti di vetro devono essere in grado di resistere ad una spinta orizzontale minima di 1500 N/m applicata sul bordo superiore del parapetto stesso, questo valore può arrivare a 3000 N/m se il parapetto è installato in edifici aperti al pubblico;

Fissaggio: può essere di vario tipo, da quello tradizionale con piastra e contro piastra a quello con fissaggio a punti. In ogni caso, il sistema deve essere testato da un istituto di certificazione.

Vetri: i vetri che costituiscono il parapetto, possono essere semplici o temperati, in questo ultimo caso garantiscono, a parità di spessore, una maggiore resistenza alla flessione; il vetro da impiegare è sempre uno stratificato, costituito da due o più cristalli con interposizione di intercalare PVB o altro materiale che assolva alla stessa funzione.

Per la realizzazione di balaustre ringhiere ecc., è stato impiegato e lo è tuttora il ferro. I problemi di manutenzione, la difficoltà a trovare artigiani adeguati alle necessità del caso, il peso molte volte eccessivo, hanno contribuito a far sì che molti preferiscano optare per materiali alternativi come il vetro, che al contrario del classico parapetto realizzato in ferro, offre vantaggi come limitata manutenzione, facilità di installazione, facilità d’inserimento anche in contesti classici.

Mentre per i parapetti realizzati in ferro o altro materiale, la normativa riguardante la loro progettazione, ed il loro dimensionamento è abbastanza eloquente e precisa, ad oggi il quadro normativo nazionale, non prevede alcuna indicazione su come procedere nel caso di parapetti in vetro e spesso gli operatori, sono costretti ad affidarsi a riferimenti normativi di altri paesi europei.

Attualmente sono allo studio, delle metodiche di calcolo, che hanno il compito di definire secondo gli eurocodici, metodi di calcolo e tipologie normate per ogni tipo di parapetto realizzato.

Fondamentalmente i parapetti sono racchiusi, in base alle caratteristiche di sicurezza, in 3 fondamentali gruppi, che tengono conto ciascuno del grado di ulteriore sicurezza, che le parti esterne alla lastra in cristallo, possono assicurare in caso di rottura della lastra stessa.

Nel primo gruppo, rientrano i parapetti privi di qualsiasi struttura portante, in cui il compito è affidato esclusivamente alla lastra di vetro vincolata in modo diverso.

Il secondo gruppo, comprende i parapetti realizzati con lastre di vetro, provvisti di corrimani che hanno il compito di collegare tra loro le lastre e di proteggere dalla caduta in caso di rottura della lastra.

Il terzo gruppo, comprende i parapetti fissati su piú lati, con struttura portante e corrimano, che si differenziano dal gruppo precedente, per la diversa condizione di vincolo della lastra ancorata alla struttura portante della protezione, secondo vincoli di tipo puntuali o lineare lungo due o piú lati della lastra stessa.

Scelta del tipo di parapetto

La scelta del tipo di parapetto in vetro, dipende molto dal carico che tale parapetto dovrà sostenere e dalla posizione che dovrà avere (interna o esterna), va inoltre sottolineato che proprio a causa della particolarità dell’intervento, il calcolo della resistenza di un tale elemento, va effettuato da un professionista abilitato.

In pratica, è bene adottare un parapetto del primo gruppo in quegli ambienti interni domestici, dove la probabilità, di una spinta orizzontale di grossa intensità, è improbabile, mentre per la realizzazione di parapetti di balconi e terrazze, conviene impiegare elementi come quelli descritti nel gruppo N.2.

Scelta del materiale per il parapetto

Infine, si sconsiglia di adottare in ogni caso, vetri retinati comunque vincolati, i quali oltre a non essere in regola con la normativa vigente, presentano l'inconveniente di fratturarsi di frequente a causa delle dIlatazioni termiche prodotte nella rete metallica interna, la quale dilatandosi, induce nella lastra degli sforzi che provocano rotture della stessa.

La possibilità di poter impiegare il vetro come elemento fondamentale per la costruzione di un parapetto, offre l'occasione per far sì che un parapetto interno all'abitazione ad esempio, possa svolgere più funzioni allo stesso tempo.

Inserimento di elementi luminosi

Le tecnologie moderne permettono ad esempio di poter inserire all'interno di un corrimano in cristallo temperato una illuminazione (led o fibre ottiche) cosa che renderebbe l'impiego di una scala in vetro oltre che sicuro, esteticamente molto particolare.

Per quando riguarda i parapetti esterni in vetro, qualcuno potrebbe osservare che a causa del forte inquinamento dell'aria e di conseguenza delle acque di pioggia, l'aspetto dei vetri potrebbe alterarsi in poco tempo.

Ebbene anche in questo caso, le ricerche moderne sui nuovi materiali pongono rimedio al problema, con gli innovativi vetri autopulenti che rendono la vita domestica e lavorativa meno complicata.

Caratteristiche dei vetri autopulenti

I vetri autopulenti, sono composti fondamentalmente da un vetro chiaro, sul quale è depositato un coating trasparente di un materiale minerale e idrofobo, tale rivestimento, ha la caratteristica di possedere una elevata resistenza all'usura, oltre ad una grande durabilità.

Per quanto riguarda le differenze fondamentali esistenti tra un vetro tradizionale, ed un vetro autopulente, occorre precisare che le proprietà meccaniche, termiche e acustiche del vetro autopulente sono identiche a quelle di un vetro classico.

Il materiale impiegato, per costituire il velo di protezione del vetro autopulente non è assolutamente realizzato con materiali nocivi per l'uomo e per l'ambiente circostante, ma la sua azione detergente è prodotta utilizzando la doppia azione dei raggi UV e dell’acqua.

A proposito dell'azione autopulente, alcuni utenti dopo aver installato tali vetri, lamentano il fatto di non notare l'efficacia dell'azione al punto tale da sostenere che il vetro appare quasi più sporco del solito.

Bisogna chiarire subiro che per combattere efficacemente lo sporco che si accumula sulla superficie esterna dei vetri come tracce di pioggia, polvere, spruzzi, inquinanti atmosferici organici bisogna attendere almeno due settimane dalla posa del vetro all'esterno, affinchè tale azione diventi attiva e quindi efficace.

Particolare da non trascurare infine è evitare di lavare il vetro dopo la posa in opera al fine di non compromettere l'entrata a regime dell'azione autopulente del rivestimento delle lastre.

Il termine di due settimane, è relativo e dipende anche dal grado di esposizione del vetro, dalla sua particolare configurazione ed inclinazione nella posa, dalle zone d'ombra circostanti, fattori che differenziano sensibilmente i tempi di attivazione dell'azione autopulente.